Invito a noze

invito-a-nozze“Femo de manco de andar a catarli par un toco, magari i se desmentega. E inveze…”
E’ inutile girarci tanto intorno, oggigiorno un invito a nozze non sempre riempie di gioia e spesso mette in moto le fantasie più bizzarre per trovare una scusa per dire: “Che peccato! NON posso proprio venire!”, tirando un bel sospiro di sollievo e sperando che se la siano bevuta (quasi mai). Già perché “quelli là”, che d’improvviso si sono ricordati anche di te, avevano calcolato tutto: la lista di regali utili fatta nel negozio di fiducia (quelli meno costosi saranno i primi a essere prenotati dagli invitati più svelti) e un “tot di buste” per coprire il costo del viaggio di nozze. E quando si parla di “busta”, mano al portafoglio: bisogna che salti fuori il costo del pranzo, del biglietto d’invito, della bomboniera, del prete che vuole la sua parte sotto forma di generosa elargizione e qualcosa deve pur restare anche ai due sposini. Sperando che il vestito messo per la Comunione del figlio più piccolo vada ancora bene, altrimenti l’esborso come minimo raddoppia. E ironia della sorte succede che poi a tavola non ci si può neanche ingozzare come si addice all’occasione: il diabete, il colesterolo, la gastrite, la colite, i chili da tenere sotto controllo, … che stress! L’invitato ha deciso: ha un altro impegno, inderogabile!
Che tristezza!
Eppure dovrebbe essere un giorno meraviglioso, e a renderlo tale dovrebbe contribuire ogni invitato col suo fare festoso e col suo calore da spargere intorno agli sposi. “Pochi ma boni!” è proprio così che dovrebbe essere, perché la festa la si fa con chi ci vuole bene, senza mettersi a fare calcoli di convenienza. E chi ci vuole bene sarà lì perché gliel’ha consigliato il suo cuore. Forse molto tempo fa, è come se stessimo raccontando una favola, era proprio così. Chi si sposava aveva bisogno di tutto e non si metteva a calcolare il valore dei regali che riceveva. Il pranzo magari era organizzato “in famiglia” per i parenti e gli amici più cari.
E se oggi fosse come allora!? Dopo tutto “ i pochi ma boni, i ghe ancora…”

Invito a noze

Cara moier, gheto sentio la notizia?
la fiola del Gino la sa fato noiza
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tegnemose pronti a inventarghe ‘na scusa
co’ l’aria che tira le meio darghela sbusa
se i ne invita al completo, in quatro in fameia
par un toco me sa che resta uda la teia
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No le più come ai tempi che bastava ‘na bela scudela
de tera cota o de vero, o magari ‘na utile ombrela
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al giorno de ancò de gnente più i ga bisogno
se non de inventarse un viazo da sogno
da pagarse coi schei che i tira su co le buste
e inveze mi resto qua con le scassele ben lustre
che par farli contenti e restar de bon grado
par siè mesi me toca magnar brodo de dado
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Altro che festa par i sposi contenti
qua la festa i la fa ai amici e parenti
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Semo proprio malmessi pensar in sta maniera
ma come in tute le fole ghe manca la parte più vera

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‘Na tola strapiena de gente sincera
che magna e che bala dala matina ala sera
invità dai sposini par far parte dela so storia
messi drento ale foto come un bel promemoria
parchè quelo che conta ala fine del giorno
le che ci te vol ben te ghe ie avui tuti intorno
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(gianfrancomarangoni 05/11/2013)

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