La Befana

Il termine Befana deriva da “Epifania” e la sua storia, nella tradizione cristiana, è collegata con quella dei Re Magi. Ma quella notte, tra il 5 e il 6 gennaio, per i più piccoli si tinge di magia. La vecchietta col naso a punta che viaggia sulla scopa è attesa con giocattoli e dolci da mettere nella calza appesa al caminetto. E per gli adulti? Dove sta scritto che per loro la Befana sia “acqua passata”? Dopotutto una volta all’anno un dolcetto se lo meritano pure loro. E se poi arriva il carbone, di questi tempi, va benone pure quello.

La Befana

 

Za da qualche setimana
son qua che speto la Befana
che la me porta co sto fredo
na bareta in pura lana

I dise che la vien de note
con le scarpe tute rote
par far capir che le poareta
ma a mi me serve la bareta

No penso gnan la costa cara
lassa star de far cagnara
ghe darò in cambio quatro ovi
tolti freschi in galinara

Ogni tanto guardo fora
che la riva in qualche ora
con l’idea de far pi presto
sentà su ‘na spazaora

Che de belo, cara gente
le un mezo che no costa gnente
te ve in giro senza bolo
e anca senza la patente

Comunque sia, cara Vecieta
te pol vegner in bicicleta
l’importante, tiente in mente
de portarme la bareta

Lo so, ve pararà na roba strana
che par la testa me passarà n’idea malsana
epure, anca dopo tanti ani 
mi credo ancora a la Befana

***

(gianfrancomarangoni 03/01/2023)

Qualche curiosità https://it.wikipedia.org/wiki/Befana

El du Novembre

Il due novembre come tutti sanno è la commemorazione dei defunti e come sempre accade è anche l’occasione per incontrare, proprio al camposanto, parenti e conoscenti che non si vedono da tempo. A iniziare dal giorno prima, dal giorno di Ognissanti che essendo giorno di festa tutti hanno la possibilità di recarsi a “fare visita” a chi non è più fra noi. E si sa, ci scappa sempre il pettegolezzo, il commento sulla “gestione” delle lapidi, su chi non si fa mai vedere e su chi si mette troppo in vista. Un saluto e via, ci si rivede l’anno prossimo, almeno ci si augura!

El du Novembre

Tuto l’ano a la pi longa
se ghe va solo col pensiero
ma quando riva el du novembre
se core tuti al cimitero

Anzi, a dirla proprio tuta
se scomizia el giorno prima
tuti ben vestii da festa
dopo mes-a la matina

Eco là, la zia Giusepa
con la scierpa e la bareta
la ga quasi novant’ani
e la va ancora in bicicleta

E la fiola dela Gina
boia can se le cambià
i se conta sia suces-o
dopo che la sa maridà

Varda che lapide incuzìa
gnes-un ghe da mai ‘na pulia
ei i fiori i fus-e piassè bei
visto che i me costà dei schei

Par non parlar de la luceta
che la se impiza a intermitenza
ghe saria anca qua da dir
ma bisogna aver pasienza

In fondo, in fondo lo savemo
catar i morti le ‘na scusa
par scambiar quatro parole
col tal sior o la tal sposa

E tra ‘n ciacola sotovoze
‘na preghiera e qualche pianto
al du novembre de sicuro
se s’incontra al camposanto

***

(gianfrancomarangoni 21/10/2020)

Note:
Scomizia: inizia
Maridà: maritata
Incuzìa: opaca e sporca

Ed ecco Autunno

Ed ecco Autunno

Ed ecco Autunno
con le foglie gialle
la pioggia e il vento
la nebbia umida
il sole spento

Tempo dell’uva
e del granoturco
delle caldarroste
e del vino nuovo
ad annunciar le feste

Riposa la terra arata
e la rondine ha spiccato il volo
il vento di levante soffia
e trascina le nubi in cielo

Passo sulle foglie gialle
avvolto dalla nebbia
come trasparente scialle

Nel silenzio rotto dal respiro
l’aria umida ristora l’arido sentiero

In essa sagome si muovono
nascoste dietro un velo

E intanto gocce del nuovo autunno
cadono dal cielo

***

(gianfrancomarangoni 04/10/2020)

22 Giugno 2020 (è arrivata Giulia)

Ti ha portata l’estate
coi colori del grano
e i papaveri rossi mossi dal vento

col calore del sole
le rondini in cielo
i grilli che a sera si uniscono in canto

Ti ha accolto l’amore
di mamma e papà
che sgorga dritto dal cuore
per l’eternità

Amorevoli braccia
ti fanno da culla
tu sbadigli, ti stiri
poi riposi tranquilla

e mentre passi le ore assopita
impari pian piano a gustarti la vita
senza curarti di come sarà
che tanto ci pensano mamma e papà

che riempirai di baci e di amore
e per i nonni? Un angolino del cuore
che dei nostri regina già lo sei diventata
cara piccola Giulia, ben arrivata!

***

(gianfrancomarangoni 26/06/2020)

Soffia vento forte

Come un Pierrot

 

Come un Pierrot

Se potessi vincere
il dolore e la tristezza
soltanto col sorriso
o solo una carezza

Smorzare in un abbraccio
l’angoscia e la paura
infondere coraggio
per una notte meno oscura

Avvicinarmi e prendere
altre mani tra le mie
pensare che nel mondo
sono più le verità delle bugie

Far rinascere il sorriso
dove prima c’era il pianto
regalare qualche lacrima
al Pierrot che mi sta accanto

Su una guancia la “preziosa”
sull’altra quella disegnata,
è tempo di rifare il trucco
per la prossima giornata

***

(gianfrancomarangoni 14/11/2019)

 

La Cogoma

Utensile da cucina a forma ottagonale generalmente in acciaio con manico in bachelite resistente al calore composto da un serbatoio posto alla base (caldaia o bollitore) nel quale viene depositata l’acqua, da un filtro che trova allocazione in una posizione intermedia che viene riempito da polvere di caffè e dal quale, per una naturale legge fisico/alchemica, passa l’acqua dal momento che si avvicina al grado di ebollizione, catturando l’aroma e le proprietà della preziosa polvere nerastra, andandosi poi a riversare in un altro serbatoio posto nella parte superiore (bricco o raccoglitore) da cui la bevanda, così ottenuta, viene riversata con attenzione e maestria nelle apposite tazzine generalmente di porcellana, bianca o colorata, posta sull’ apposito piattino assieme ad un grazioso cucchiaino. La bevanda va bevuta calda, con o senza zucchero per assaporarne meglio il gusto, possibilmente seduti ad un tavolino in buona  compagnia.

 

 

 

 

 

La Cogoma

Sfrotola, sfrotola
vien su che te speto
le diese minuti
che me son alzà dal leto

e se no snaso al pì presto
l’odor del cafè
casco de paca
inzima el palchè

Le dura sveiarse
la matina bonora
ciaparià ‘na peà là ne chel posto
e star soto le cuerte
‘nantra mez’ora

Ma la sveia canaia
che go sul comodin
la me ricorda puntuale
che non son più un butin

Go la fameia
la machina a rate
el mutuo che scade
e da impienir le pegnate

Non le mia cossì fazile
al giorno de ancò
ma almanco la matina
sentemose zo

Con davanti un cafè
che ga da essar un piaser
un po’da gustar
e un po’ da snasar

Ma senti sta cogoma
che ancora la tase
la butaria se podesse
asora le brase

Che le un modo de dir
che da ani la stua
la assà el posto ai fornei
de sicuro più pratici
de quanto i sia bei

Ma eco, la sento
varda come la fuma
el cafè el vie de sora
insieme ala schiuma

Lo udo con calma
senza perdar ‘na goza
caldo e fumante
drento la taza

Un’ocià ala finestra
e da solo me digo
de aver fato el piassè
e con in man la tazina
me gusto el cafè

***

(gianfrancomarangoni 25/11/2019)

Cogoma: moka, caffettiera
Sfrotola: borbottio, brontolio, rumore del caffè che esce dal “camino” della moka
Palchè: parquet, pavimento in legno
Butin: bambino
Brase: braci

Equinozio d’Autunno

Equinozio d’Autunno

Tanto al giorno
Tanto alla notte
Tanto alle tenebre
Tanto alla luce

Nell’ animo mio
si prendono a botte
il rancore, l’ira
l’armonia e la pace

Non che tutto ciò
mi sia di gran sorpresa
dal momento che mai mi illudo
sia una partita chiusa

Niente mi appaga
né bene né male si fan sentire
nell’ apatico silenzio
il mondo sembra via, via svanire

Solo le foglie gialle
mi sollevano un istante
poi di nuovo il grigio
poi di nuovo il niente

Equinozio del tanto atteso Autunno
due metà com’è diviso il cuore

Tanto di ricercata gioia
Tanto di ricercato dolore
Tanto di rabbia
Tanto di amore

***

(gianfrancomarangoni 23/09/2019)

Lessinia d’autunno

Vaca boia, le istà!

Significato di alcuni termini caratteristici del dialetto ceretano

Lesene: ascelle
Stofego: afa
Quanto ch’el cioca: quanto picchia (il sole)
Selese: cortile di mattoni, aia

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